LA MIA CASA


Te lo dicevo spesso che eri diventato la mia casa negli anni, e in mezzo alla tempesta lo sei diventato ancora di più perché, sradicata dal mio mondo di sempre, i tuoi occhi bellissimi erano l'unica grande certezza, l'ancora che non mi permetteva di andare alla deriva: quando mi sentivo persa nelle mie follie, nelle paure e nell'incapacità di gestire le emozioni erano loro che mi riportavano la lucidità e la forza di affrontare il mondo tutto sbagliato che ci aveva inghiottito.
E la casa è proprio questo: dove ti senti sicuro anche in mezzo agli uragani, dove puoi essere libero di essere te stesso senza essere giudicato, dove trovi un abbraccio e una parola di conforto quando ne hai bisogno, ma dove ti sanno anche sgridare per farti reagire, sono i profumi che ti riportano i ricordi, le foto sulle pareti che ti raccontano, dove ti puoi riposare e dove puoi raccontare tutto quanto, casa sono gli abbracci, le carezze e i massaggi nei piedi quando sei stanco. Quando tutto questo diventa una persona, puoi dire di aver trovato un amore vero e grande quanto il mondo: per me sei sempre stato tu.
E proprio nel momento in cui ho dovuto scegliere, ho abbandonato la mia casa di mattoni per starti il più vicino possibile e nonostante tutto non ho avuto un attimo di pentimento. Solo che ad un certo punto ho smesso di sentirmi a casa in qualsiasi posto, non appartenevo più a niente se non a quei pomeriggi di ospedale a parlare di tutto e di niente, di fronte alla tv con la mano sempre stretta nella tua.
Forse per questo perderti è stato più duro, ho perso anche me stessa e non sapevo dove e come mi sarei ritrovata. Ho pensato di fuggire lontana e cominciare da capo, ma poi ho pensato che la leucemia ci aveva tolto troppo e che mi dovevo riprendere tutto: sono tornata a casa mia, dove mi sono sentita aliena i primi giorni, ma che ora mi sembra ancora accogliente, mi sono ripresa il mio posto in famiglia, i pranzi con tua nonna, i momenti in famiglia, le risate stupide e i discorsi esistenziali, gli aperitivi e le colazioni, le serate con gli amici di sempre, i fine settimana in compagnia a fare i turisti nel nostro paese, il divano per guardare la tv accerchiata dai gatti che accerchiavano te ogni domenica mattina, i nostri luoghi e i nostri ricordi, il rifugio, la palestra, i bagni al mare, le passeggiate, il disordine della parete di scarpe che ti faceva incazzare, il lilla della stanza che mi hai creato, le canzoni stonate, Carloforte e i suoi colori... non ancora tutto, ma ci lavoro giorno dopo giorno.
Te lo volevo dire amore, che non l'ho lasciata vincere e che non sarà lei a farmi scappare da quello che amo e che era qui ad aspettare il nostro ritorno. Sono tornata sola, ma ti porto dentro e sono diventata coraggiosa come mi vedevi e come mi volevi, e so che così sarai sempre dentro a tutte quelle cose che chiamo casa.

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